Le esperienze infantili sono fattori di importanza cruciale nel determinare la personalità adulta,
“il bambino è il padre dell’ uomo”
M. Montessori
Che cosa sono i Disturbi di personalità’?
Prima di parlare dei disturbi occorre definire cos’è la personalità, in ambito psicologico dunque si intende per PERSONALITÀ, lo stile di ciascuna persona; la parola deriva dal latino maschera ( maschera teatrale, individuo sulla scena). Ci si riferisce alla maschera indossato negli attori, che interpretando personaggi in grandi spazi aperti come ad esempio gli anfiteatri, dovevano farsi sentire da tutto il pubblico, parlando in una piccola apertura a imbuto (per) attraverso la quale potevano diffondere il miglior suono (sona) della propria voce un punto di vista etimologico quindi la personalità sarebbe un’amplificazione delle caratteristiche individuali il personaggio rappresentato dall’attore.
Oggi con il termine personalità, si intende un insieme di caratteristiche psichiche e modalità di comportamento che nel loro insieme costituiscono il nucleo irriducibile di un individuo che rimane tale nella molteplicità e diversità delle situazioni ambientali in cui si esprime e si trova ad operare.
In particolare, possiamo definire la personalità come un insieme di pattern relativamente stabili di pensare, sentire, comportarsi e mettersi in relazione con gli altri. Con il termine pensare, si intende non solo i sistemi di credenza, ma il modo in cui attribuiamo significato a noi stessi e agli altri ed anche l’insieme di valori morali e degli ideali. Ogni persona ha un insieme di assunti personali con il quale cerca di comprendere la propria esperienza, con un insieme di valori e di modalità caratteristiche, differenti da persona a persona.
Quando parliamo di personalità intendiamo anche il modo in cui cerchiamo solitamente di adattarci alle esigenze della vita, di controllare l’ansia, il dolore e le minacce all’autostima. Le persone differiscono infatti per il modo in cui si adattano alle circostanze e si difendono dalle minacce, per la capacità di integrare in modo fluido questi tentativi, nella vita di tutti giorni. Alcuni di questi processi sono consci, altri inconsci e automatici. Se i nostri modi pensare, di sentire, di agire di stare con gli altri ci fanno vivere una vita soddisfacente e ci fanno apprezzare e godere delle relazioni soddisfacenti perseguendo degli obiettivi, dei progetti socialmente utili allora non ci sono particolari problemi. Ma se si vive con una costante sensazione di dolore per per noi stessi o per gli altri e diventiamo fonte di preoccupazione, allora possiamo ipotizzare che alla base ci possa essere un disturbo di personalità.
La letteratura sui disturbi di personalità è molto ricca e articolata; diversi teorici e ricercatori hanno proposto molti modi diversi di concettualizzarli. In questo contesto saranno evidenziati gli aspetti che riguardano il funzionamento cognitivo, affettivo, relazionale e difensivo. Possiamo quindi evidenziare come all’estremo sano dello spettro della personalità, si trovano le persone che possono impegnarsi in relazioni soddisfacenti, fare esperienza di una gamma abbastanza completa di sentimenti, emozioni e di pensieri in linea con l’età, funzionare con una certa flessibilità ( ossia la capacità di guardare a un problema da punti di vista diversi a adottare uno dei possibili modi di fare di fronte) se sottoposti a forze esterne o a conflitti interni, oltre che avere un chiaro senso della propria identità personale, essere ben adattati agli avvenimenti della propria vita e non sperimentare livelli eccessivi di disagio psicologico né imporlo agli altri. All’estremo più disturbato ci sono invece le persone che rispondano allo stress in modi rigidi ed inflessibili oppure hanno dei deficit marcati nel loro senso di identità, nelle relazioni con gli altri, nell’esame di realtà, nella capacità di adattarsi agli stress, nel funzionamento morale o nella gamma delle emozioni e nella capacità di riconoscerle, esprimerle e regolarle.
L’Associazione americana di psichiatria (APA) definisce i disturbi della personalità come una struttura stabile di comportamento di esperienza interna molto lontano da quella che ci si aspetterebbe per uno specifico contesto socioculturale, che sin dall’infanzia o dall’adolescenza si presenta come pervasiva, stabile, inflessibile e che comporta un notevole disagio o scadimento della qualità della vita. Si parla quindi di disturbi di personalità quando i tratti di personalità, definibili come dei modi costanti di percepire e di rapportare se stessi all’ambiente, sono rigidi e non adattativi e causano una significativa compromissione funzionale ho una sofferenza soggettiva. I disturbi di personalità possono essere quindi considerati esagerazioni o distorsioni degli stili di personalità e dei tratti sottostanti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, definisce il disturbo di personalità come un grave disturbo della costituzione caratteriologica e delle tendenze comportamentali dell’individuo spesso associato a conflitti sociali e personali.
Il comportamento disturbato si esprime con due o più delle seguenti modalità:
a) distorsione cognitiva nella percezione interpretazione di sé, degli altri, degli eventi
b) distorsione affettiva (variabilità, intensità, l’abilità e inadeguatezza della risposta affettiva)
c) problemi nelle relazioni interpersonali
d) difficoltà a controllare gli impulsi
Un aspetto importante dei disturbi della personalità riguarda la modalità “egosintonica” secondo cui l’individuo non è direttamente consapevole della presenza di un’alterazione del suo comportamento, anche se esso stesso può soffrire di tale condizione, spesso patendo le conseguenze del suo non adattarsi alla situazione. In tal senso è importante parlare di disturbo di personalità quando il paziente o le persone che lo conoscono riferiscono che il suo funzionamento psicologico ha causato una grande sofferenza in stesso e agli altri e tale comportamento è stabile nel tempo e faccia parte della sua esperienza tanto che sia impossibile ricordare o immaginare di essere stato diverso. Molto spesso chi ha un disturbo di personalità cerca un trattamento psicologico perché spinto da altre persone, parenti, amici o comunque persone che ricoprono ruoli importanti nella vita del paziente, poiché sono allarmati e preoccupati per il comportamento disturbato che provoca difficoltà a livello personale, relazionale, sociale e lavorativo. Altre persone cercano spontaneamente un trattamento non tanto per la loro personalità ma per qualche motivo di sofferenza più specifico come per esempio ansia, depressione, fobie, disturbi alimentari, eccetera. È molto importante tuttavia valutare se quello che appare come un disturbo di personalità non sia invece una risposta a uno stress cronico. Risulta quindi fondamentale prestare la massima attenzione ad altre possibilità che possano spiegare il comportamento del paziente, considerare il contesto di quel comportamento chiarendo se esso rappresenti una modalità stabile di funzionamento o una condizione acuta.
Desidero precisare, che in questo articolo, verranno definiti disturbi della personalità così come elencati nel Manuale Diagnostico dei Disturbi Mentali (DSM-V). Molti autori hanno dedicato parte della loro ricerca e clinica nello studio e nell’approfondimento di queste personalità. Non indicherò quali sono i trattamenti psicodinamici più utilizzati nell’affrontare tale disturbi, poiché complessi e comunque sempre diversi da persona a persona. Questo per evitare una semplificazione, una scorretta o facile interpretazione dei comportamenti altrui. Il fine di tale esposizione, è perché le persone possano ritrovarsi nelle descrizioni di un disturbo e possono eventualmente richiedere un aiuto psicologico per dare significato alle proprie esperienze, comprendendo che in alcuni atteggiamenti eccessivi, bizzarri, emotivi, evitanti ecc, il carico di sofferenza è sempre presente per se stessi, per gli altri, al fine di vivere una vita meno sofferente.
Nel DSM-V I disturbi di personalità sono stati raccolti in tre gruppi per le somiglianze dell’esperienza psichica:
a) bizzarro o eccentrico: comprende i disturbi di personalità paranoide, schizoide, schizotipica
b) drammatico, emozionale, imprevedibile: comprende i disturbi di personalità antisociale, borderline, istrionica, narcisistica
c) ansioso o timoroso: comprende disturbi di personalità di evitamento, dipendente, ossessivo-compulsivo e passivo
Gruppo A: bizzarro o eccentrico:
Disturbo paranoide di personalità.
Le persone con questo tipo di disturbo spesso penso di essere sfruttate, danneggiate o ingannate dagli altri anche quando non ci sono prove per tali sospetti. Sovente dubitano, senza una giustificazione, della lealtà e affidabilità di amici e colleghi; come conseguenza di tali comportamenti hanno spesso dei problemi di tipo relazionale interpersonale. Le persone con disturbo di personalità paranoide sono spesso riluttanti a confidarsi o ad entrare in intimità con gli altri poiché leggono significati nascosti, minacciosi o umilianti persino in complimenti benevoli. Spesso sono risentiti e provano sentimenti patologici di gelosia, hanno inoltre una natura sospettosa e aggressiva che può suscitare negli altri una risposta ostile; spesso tale risposta serve a confermare le loro aspettative originarie. Inoltre portano sempre rancore e non perdonano insulti, offese o affronti, può dubitare senza alcuna giustificazione della fedeltà del coniuge o del partner sessuale.
Disturbo schizoide di personalità
Le persone con questo disturbo mostrano un disprezzo con modalità trasgressive dei diritti altrui, con un progressivo distacco dalle relazioni sociali e una gamma ristretta dell’espressività relazionale nel contesto interpersonale. Tale disturbo, comparse entro la prima età adulta e presente in diversi contesti. Gli individui con questo disturbo appaiono indifferenti all’opportunità di stabilire relazioni strette, e non sembrano trarre molta soddisfazione dal far parte di una famiglia o di un gruppo sociale. Spesso le persone con questo disturbo preferiscono attività solitarie, non hanno amici stretti o confidenti a parte i parenti stretti; dimostrano poco ho nessun desiderio di avere esperienze sessuali con un’altra persona. Spesso sembrano indifferente all’approvazione di critiche degli altri e possono avere una particolare difficoltà a esprimere la rabbia, anche se provocati; tale comportamento contribuisce a dare l’impressione che manchino di emozioni.
Disturbo schizotipico di personalità
Le persone con questo disturbo mostrano un acuto disagio nelle relazioni, hanno distorsioni cognitive percettive, ed eccentricità nel comportamento. Essi tendono spesso a interpretare gli eventi casuali come riferito alla propria persona. Hanno spesso strane credenze e utilizzano il pensiero magico, per influenzare il comportamento e sono in contrasto con le norme sub culturali. Possono essere superstiziosi o più parti da fenomeni paranormali, Talvolta si ritengono in grado di intuire gli eventi prima che avvengano o di leggere il pensiero altrui. Riferiscono di provare esperienze percettive insolite comprese le illusioni corporee, come d’esempio sento la presenza di un’altra persona, una voce che mormora, il proprio nome, possono avere un pensiero o un linguaggio strano, circostanziato, metaforico, iprelaborato, stereotipato. Inoltre spesso manifesta un’eccessiva ansia sociale che non diminuisce con la familiarità che benessere associata con paure paranoidi piuttosto che con una autovalutazione negativa.
Gruppo B amplificativo- emotivo
Disturbo antisociale di personalità
Le persone con questo disturbo sono caratterizzate da una modalità pervasiva di disprezzo e di trasgressione dei diritti altrui, sempre preceduta nell’adolescenza dal disturbo della condotta con atteggiamenti ripetuti e persistenti di violazioni dei diritti basilari degli altri o dalle norme sociali. Le persone con questo disturbo, non hanno rispetto della verità, ricorrono ripetutamente nelle menzogne e possono far uso di nomi falsi o truffe a danno di altri per profitto, per piacere personale. Spesso quindi possono compiere ripetutamente atti illegali passibili di arresto, come molestare gli altri o rubare. Sono spesso impulsivi o comunque incapaci di pianificare, risultano sovente irritabili, aggressivi e ciò li porta spesso ad avere scontri fisici o risse. Sono incapaci di valutare le conseguenze per sé e per gli altri. A causa della loro irresponsabilità, hanno ripetuti fallimenti nel sostenere un’attività lavorativa continuativa o nel far fronte agli obblighi finanziari. Una caratteristica tipica della persona che ha un disturbo antisociale di personalità, consiste nel non provare rimorso, provare indifferenza e far ricorso alla razionalizzazione per giustificare il fare del male, maltrattare o derubare gli altri.
Disturbo borderline di personalità
Le persone con questo disturbo sono caratterizzate dalla instabilità degli affetti e delle relazioni interpersonali e da marcata impulsività. Possono esserci tentativi esagitati per evitare un reale o immaginario abbandono. Le relazioni interpersonali risultano essere instabili e intense, caratterizzate dall’alternanza tra gli estremi di idealizzazione e svalutazione. Essendo spesso inclini a cambiamenti improvvisi e drammatici della loro visione degli altri, possono presentare un disturbo dell’identità consistente in una immagine di sé marcatamente e persistentemente instabile, con cambiamenti improvvisi di obiettivi, valori e aspirazioni. Possono inoltre mostrare un’impulsività in almeno due aree che sono potenzialmente dannose per il soggetto, quali spendere, sesso, uso di sostanze, vita spericolata, abbuffate. Posso inoltre ricorrere a minacce, gesti e comportamenti suicidari o comportamenti automutilanti. Le persone con questo disturbo hanno dei sentimenti cronici di vuoto, possono inoltre avere una rabbia immotivata e intensa o una mancanza di controllo della rabbia come d’esempio nel caso di frequenti accessi d’ira, rabbia costante, ricorrenti scontri fisici. Durante periodi di stress, possono manifestare ideazione paranoide o sintomi dissociativo transitori.
Disturbo istrionico di personalità
Le persone con questo disturbo sono caratterizzate dalla modalità pervasiva di emotività eccessiva e ricerca di attenzione, che compare entro la prima età adulta ed è presente in una varietà di contesti. Individui che ne soffrono si sentono a disagio e non apprezzati quando non sono al centro dell’attenzione. Sono spesso persone brillanti con modalità teatrali, tendono ad attirare l’attenzione e possono inizialmente affascinare per il loro entusiasmo e l’apparente seduttività. Esprimono emozioni in modo notevole e superficiale utilizzando molto l’apparenza fisica per attirare l’attenzione. L’aspetto e il comportamento degli individui con questo disturbo sono spesso inappropriatamente provocanti e seduttivi dal punto di vista sessuale. Questo comportamento non è diretto soltanto nei confronti di persone per cui l’individuo nutre un interesse sessuale o sentimentale, ma si manifesta in una grande varietà di relazioni sociali, lavorative, professionali, aldilà di quanto sia appropriato al contesto sociale. L’espressione delle emozioni può essere superficiale e rapidamente mutevole. Questi individui hanno un eloquio eccessivamente impressionistico e privo di dettagli. Opinioni convincenti vengono espresse con grande teatralità ma le ragioni sottostanti sono di solito banali e generiche, senza fatti e dettagli di supporto. Possono mettere in imbarazzo amici e conoscenti per un’eccessiva manifestazioni pubblica delle emozioni come ad esempio abbracciare con ardore persone appena conosciute, piangere in modo incontrollabile per eventi sentimentali minimi oppure avere scatti d’ira. Sono spesso persone fortemente suggestionabili; le loro opinioni e i loro sentimenti vengono facilmente influenzati dagli altri e dai momentanei entusiasmi. Spesso queste persone considerano le relazioni più intime di quanto, in realtà, non lo siano.
Disturbo narcisistico di personalità
Le persone con questo tipo di disturbo sono caratterizzate da grandiosità, ricerca spasmodica dell’ammirazione e mancanza di empatia. Queste persone mostrano un bisogno d’ammirazione, hanno un senso grandioso di importanza, esagerano nel considerare i risultati raggiunti o nel considerare il proprio talento; si aspettano di essere considerati come superiori senza una adeguata motivazione. Sono costantemente assorbiti da fantasie di successo illimitato di potere, di bellezza illimitata egli amore ideale. Sono convinti che gli altri attribuiscono lo stesso valore ai loro sforzi e sono sorpresi quando non ricevono le ammirazioni che si aspettano e che sentono di meritare; hanno spesso un giudizio esagerato del proprio talento accompagnato dalla svalutazione dei meriti altrui. Hanno la sensazione che tutto gli sia dovuto come d’esempio l’irragionevole aspettativa di trattamenti di favore: è evidente un senso di diritto. Si aspettano di venire soddisfatti e, quando questo per caso non avviene, sono sconcertati e furiosi. Questo senso di diritto, insieme alla mancanza di sensibilità per i desideri e le necessità , può sfociare nello sfruttamento, cosciente o involontario degli altri. Possono quindi sfruttare gli altri se questo gli permette di raggiungere i propri scopi. Credono quindi di essere superiori, speciali, unici, va sottolineato però che la loro autostima è molto fragile e questo li rende molto sensibili alle critiche, delle quali si sentono umiliati e a cui possono reagire con sdegno o rabbia. La letteratura identifica aspetti presenti lungo un continuum nel disturbo narcisistico di personalità, in particolare Kernberg (1970) hai identificato aspetti quali l’essere puntiglioso, abituato a richiede attenzione e approvazione da parte degli altri e di massima assomiglia alla tipologia del disturbo descritta sopra. Queste persone sono descritte come narcisisti inconsapevoli, poiché non sembrano avere nessun tipo di consapevolezza del loro impatto sugli altri. Parlano come si si rivolgessero ad un vasto pubblico, stabilendo raramente un contatto visivo e guardando di solito le teste di quelli che stanno attorno loro. Potremmo dire che parlano al cospetto degli altri, non cogli altri. Sono assolutamente inconsapevoli del fatto che risultano noiosi e che conseguenza spesso le persone tendono ad allontanarsi da loro. Al contrario le persone narcisiste del tipo ipervigile, così descritti da Khout (1971) sono estremamente sensibili al modo in cui gli altri reagiscono ai loro confronti. La loro attenzione è costantemente diretta verso gli altri, contrariamente alla concentrazioni su di sé del narcisista inconsapevole. Queste persone tendono ad ascoltare molto gli altri attentamente ma in questo caso la loro attenzione è rivolta alla ricerca della minima reazione critica, questo li porta ad offendersi continuamente. Sovente queste persone sono timide, inibite, evitano di mettersi in mostra poiché sono convinti che saranno rifiutati e umiliati. Si può quindi dire che il narcisista inconsapevole tenta di impressionare gli altri con i suoi talenti per preservarsi allo stesso tempo dalla ferita narcisistica che possono arrivare dalle risposte degli altri. Il narcisista ipervigile tenta di mantenere la sua stima evitando le situazioni di vulnerabilità e studiando attentamente gli altri per apparire come si deve, attribuendo in maniera proiettiva, all’esterno sugli altri, la disapprovazione che nutre nei confronti delle sue fantasie grandiose.
Va detto tuttavia che sebbene queste due tipologie possono presentarsi in forma pura, molte persone presentano un mix delle caratteristiche fenomenologiche di entrambi tipi. Oltre a questi due poli estremi possono esserci degli individui narcisisti che sono socialmente molto più affabili e che mostrano una notevole quantità di fascino nelle loro relazioni interpersonali.
Gruppo C (Ansioso-pauroso)
Disturbo evitante di personalità
Le persone con questo tipo di disturbo sono caratterizzate da inibizione, sentimenti di inadeguatezza ed ipersensibilità alle critiche. Individui con questo disturbo cercano di evitare il lavoro e le attività scolastiche poiché in questo ambito sono costrette al contatto interpersonale. Temono di essere criticati, disapprovato rifiutati: evitano di farsi nuovi amici, di essere accettati. Non si sentono adeguati e hanno una bassa autostima, sono riservati nelle relazioni intime per paura di essere umiliati e ridicolizzati. Tentano di non intraprendere nuove attività poiché hanno paura di ritrovarsi in imbarazzo. Individui con disturbo evitante di personalità possono sentire che le situazioni sociali devono essere evitate, poiché sono particolarmente sensibili nell’avvertire critiche o rifiuti; se qualcuno li disapprova o li critica anche leggermente, possono sentirsi estremamente feriti. Tendono quindi essere timidi, quieti, inibiti e indivisibili per timore che qualsiasi attenzione sia umiliante o rifiutante. Si aspettano che, indipendentemente da quello che dicono, gli altri lo ritengono sbagliato, quindi posso non dire nulla. Reagiscono vistosamente alle velate allusioni che suggeriscono scherno o derisione. Si possono vergognarsi di molti aspetti di sé, come d’esempio avere la percezione del sé come debole, incapace di competere, fisicamente o mentalmente difettosi, disordinati, disgustosi. Sono insolitamente riluttanti ad assumere rischi personali può impegnarsi in qualsiasi nuova attività, questo può rivelarsi imbarazzante. Sono inoltre inclini ad esagerare i pericoli potenziali di situazioni ordinarie, e dalla loro necessità di certezza e sicurezza può derivare uno stile di vita coartato.
Disturbo dipendente di personalità
Le persone con questo tipo di disturbo sono caratterizzate da un eccessivo e pervasivo bisogno di essere accuditi e protetti. Questo li porta spesso ad avere un comportamento sottomesso e un costante timore della separazione. Sono incapaci di prendere le decisioni quotidiane senza richiedere un’eccessiva quantità di consigli e di rassicurazioni. Hanno bisogno che gli altri si assumono le responsabilità negli ambiti più importanti della loro vita. Queste persone esprimono con difficoltà il dissenso degli altri per la paura di perderne il supporto e l’ approvazione. Hanno altresì difficoltà nel creare progetti o fare delle cose da soli, questo accade per la mancanza di fiducia nelle loro valutazioni o nelle loro capacità non per una mancanza di motivazione o di volontà. Aspettano gli altri per iniziare le cose, perché credono che di regola, gli altri facciano meglio. Questi individui sono convinti di essere incapaci di funzionare autonomamente e si presentano come inetti con un bisogno di assistenza costante. Possono tuttavia funzionare adeguatamente se hanno la sicurezza che qualcun altro sta supervisionando il loro operato e li approva. Avvertono spesso la sensazione di disagio o smarrimento quando si trovano da soli, a causa dell’eccessiva paura di non essere in grado di prendersi cura di se stessi. Posso giungere ad eccessi pur di ottenere delle attenzioni e il supporto delle altre persone, questo atteggiamento li può portare anche a prestarsi nel fare cose spiacevoli. Quando si conclude una relazione intima la persona con questo disturbo può ricercare immediatamente un’altra relazione come fonte di cura e di supporto. Può esserci una irrealistica preoccupazione per la paura di essere lasciato da solo a prendersi cura di se stesso. Sono convinti di essere incapaci di funzionare in assenza di una relazione intima E questo spesso li porta ad attaccarsi rapidamente ed indiscriminatamente un’altra persona. Le persone che hanno questo disturbo sono spesso preoccupate dal timore di essere lasciate a prendersi cura di sé, si vedono così totalmente dipendenti dai consigli e dall’aiuto di un’altra persona importante che temono che questa li abbandoni anche quando non ci sono motivi per giustificare tale paura.
Disturbo ossessivo-compulsivo di personalità
Le persone con questo tipo di disturbo sono caratterizzate da una eccessiva preoccupazione per l’ordine, il perfezionismo, una maniacale accuratezza, esigenze di controllo mentale interpersonale, a spese della flessibilità, della larghezza di vedute e dell’efficienza. Individui con questo disturbo cercano di mantenere una sensazione di controllo attraverso una minuziosa attenzione attenzione per le regole, i dettagli, le procedure. Tendono spesso al perfezionismo che interferisce con l’espletamento degli impegni, e questo perché ad esempio sono incapaci di portare a termine un progetto se non sono soddisfatti dei propri standard generalmente molto rigidi. Hanno una eccessiva dedizione al lavoro e alla produttività fino all’esclusione delle attività di svago e delle amicizie. Questo comportamento non è dettato da una necessità economica. Spesso sentono di non avere tempo per dedicare ad una serata, ad un fine settimana o ad una uscita anche solo per rilassarsi. Possono continuare a posticipare l’attività piacevole come d’esempio una vacanza in modo che non possa mai verificarsi. Quando però occupano del tempo per le attività ricreative o per le vacanze, sono molto a disagio, a meno che non si siano portati dietro del lavoro in modo da non perdere tempo. Tendono ad avere una esagerata coscienziosità, scrupolosità e flessibilità in tema di moralità, di etica e di valori. Possono avere delle difficoltà nel gettare gli oggetti consumati o di nessuno valore anche quando non hanno nessun significato affettivo. Possono presentare uno stile di vita priva di generosità sia verso se stessi che verso gli altri, il denaro è considerato come qualcosa che è necessario da accumulare per fronteggiare eventuali catastrofi future. Può esserci inoltre una certa riluttanza nel delegare compiti o lavori ad altri, a meno che questi non aderiscono esattamente al proprio modo di fare le cose.
Quale terapia?
Al fine di un trattamento psicoterapeutico è importante comprendere la personalità del paziente, al fine di valutare sui punti di forza e di debolezza, il suo funzionamento globale, in modo per dare un significato personale ed individuale ai sintomi che lo stesso paziente porta in prima istanza.