La ricerca deve cominciare a casa, all’interno di sè.
Nessuno può amarci abbastanza da renderci felici se non amiamo davvero noi stesse,
perché quando nel nostro vuoto andiamo cercando l’amore,
possiamo trovare solo un altro vuoto.
Robin Norwood
La Dipendenza Affettiva, meglio conosciuta come mal d’amore rientra nella più ampia categoria delle New Addictions (Nuove Dipendenze), che comprendono tutte quelle forme di dipendenza in cui non è implicato l’intervento di alcuna sostanza chimica (droga, alcol, farmaci, ecc.), ma l’oggetto della dipendenza è rappresentato da comportamenti o attività che sono parte integrante della vita quotidiana. Questi comportamenti in alcune persone possono assumere caratteristiche patologiche, creando molti problemi nelle relazioni e nella vita di tutti giorni con conseguenze gravissime.
La dipendenza affettiva può essere definita come una forma patologica di amore caratterizzata da una costante assenza di reciprocità all’interno della relazione di coppia, in cui uno dei due (quasi sempre la donna) riveste il ruolo di donatore d’amore a senso unico, e vede nel legame con l’altro, spesso problematico o sfuggente, l’unica ragione della propria esistenza.
Le relazioni che instaurano queste persone non sono casuali, ma soddisfano il bisogno di avere a tutti i costi una relazione, quindi sono spesso soggetti a rimanere abbagliati dalle false lusinghe del partner con la peculiarità di entrare in maniera rapida dentro una relazione. Non a caso il partner scelto risulta essere sovente una persona forte e sicura di sé, intravedendo in lui/lei una fonte di protezione e sicurezza per se stessi; a sua volta il partner scelto dal dipendente affettivo, entra in tale relazione affettiva solo perché ha bisogno di sottomettere qualcuno su cui esercitare la propria superiorità. Spesso inoltre i partner scelti possono essere problematici, portatori a loro volta di altri tipi di dipendenza (droghe, alcol, gioco d’azzardo…) Il dipendente negando i propri bisogni, si “immola” per l’altro che ha bisogno di essere aiutato. Ma è un’aiuto “malato” in cui si diventa “codipendenti“, anzi si rafforza la dipendenza dell’altro, perchè possa essere sempre”nostro”.
Può inoltre capitare che la persona amata è irraggiungibile per il dipendente affettivo. In questi casi si può affermare che la dipendenza si fonda sul rifiuto, che se non ci fosse, paradossalmente il presunto amore non durerebbe.
Le caratteristiche psicologiche di una persona con un disturbo di dipendenza affettiva, riguardano principalmente uno scarso amor proprio e una bassa autostima. Il dipendente affettivo desidera più di ogni altra cosa essere amato e a qualunque costo. Vi è un profondo desiderio di amore che colmi l’immenso vuoto che lo pervade, poiché in fondo, non crede di meritare di essere amato per quello che è. Il soggetto, convinto di non essere amato vive costantemente nella paura di non piacere, teme la solitudine e questo lo porta ad accettare di fare qualunque cosa per l’altro, anche a scapito dei suoi valori e della sua morale. La persona dipendente affettivamente fa fatica a porre dei limiti, nutre una paura intensa di essere abbandonato e conosce poco il suo valore personale. Le persone che amano troppo prendono se stesse in ostaggio in relazioni deludenti e diventano sempre meno orientati alla felicità, sempre meno soddisfatti della vita.
Non è mai semplice, e a volte semplicistico individuare le origini che possono creare una dipendenza affettiva. Ogni persona è unica, con il suo carattere, con il suo bagaglio di esperienze e soprattutto con il suo personale modo di reagire alle relazioni e alle esperienze della vita. Durante un percorso terapeutico, tuttavia, è importante capire i nodi fondamentali che hanno portato la persona ad instaurare dei legami malati.
Nell’infanzia di chi ha questo problema si possono ritrovare esperienze in cui i genitori hanno lasciato inappagati i bisogni d’amore infantili, costringendo i bambini ad adattarsi, imparando a limitare i loro bisogni. Questo processo di limitazione può portare al formarsi di pensieri del tipo: “I miei bisogni non hanno importanza”o “non sono degno di essere amato”. Tali credenze interne si trasformano in età adulta in una forma di dipendenza dagli altri per quanto concerne il proprio benessere psico‐fisico e per la soluzione dei propri problemi. La paura di essere rifiutati, li porta a rifuggire dal dolore, poiché non hanno fiducia nelle loro capacità e si giudicano persone non degne d’amore.
In particolare, le donne che hanno avuto un rapporto conflittuale con il proprio padre, da cui è mancato il sostegno, hanno maggiori probabilità di coinvolgersi in relazioni affettive patologiche. Un’insana relazione uomo‐donna vissuta all’interno della famiglia sembrerebbe influenzare lo sviluppo delle scelte affettive femminili inducendo queste ultime, alla scelta di partners problematici. In molte situazioni è importante capire quali dinamiche familiari possono avere portato la persona dipendente a costruirsi un’immagine di Sé come di persona inadeguata, indegna di essere amata, dove il “termometro” della propria autostima è nella capacità di sacrificarsi per la persona amata. Sono persone che riescono a tollerare tradimenti o anche violenze da parte del partner perché senza di lui si sentirebbero completamente perse. Va evidenziato inoltre che molte donne, dipendenti affettive, hanno subito abusi sessuali, maltrattamenti fisici ed emotivi durante l’infanzia che non sono da sole riuscite ad elaborare. La dipendenza affettiva è un problema grave. Molto spesso inoltre si può riscontrare una correlazione tra la dipendenza affettiva e l’abuso di sostanze. Molti alcolisti e tossicodipendenti sono avvolti dentro una doppia spirale di dipendenza dalle sostanze e dalle persone. La dipendenza affettiva può essere considerata meno problematica rispetto alla dipendenza da sostanze, ma sovente può minare il recupero delle persone da queste sostanze.
Quali sintomi?
- Paura di perdere l’amore
- Paura dell’abbandono, della separazione
- Paura della solitudine e della distanza
- Paura di mostrarsi per quello che si è
- Senso di colpa
- Senso d’inferiorità nei confronti del partner
- Rancore e Rabbia
- Coinvolgimento totale e vita sociale limitata
- Gelosia e possessività
- Ansia generalizzta
- Depressione
- Insonnia
- Inappetenza
- Paura della solitudine e della distanza
Va inoltre sottolineato che ci sono molti tipologie di dipendenza affettiva le principali possono essere così riassunte:
Il Dipendente Affettivo Ossessivo:
Gli OLA (Obsessed Love Addicts) non riescono a lasciar andare il partner, neanche se questi è: non disponibile a livello emotivo o sessuale, restio ad impegnarsi, incapace di comunicare, distante, abusante, indagatore e dittatoriale, egocentrico, egoista, dipendente da qualcosa al di fuori della relazione (droghe, alcol, sessualmente promiscuo, il gioco d’azzardo, lo shopping compulsivo, etc)…
Il Dipendente Affettivo Codipendente:
I CLA (Codependent Love Addicts) sono i più ampiamente riconosciuti. Molti di loro soffrono di una scarsa autostima ed hanno un modo di pensare, sentire e comportarsi, in modo prevedibile. Da una condizione di insicurezza e bassa autostima cercano disperatamente di rimanere attaccati alla persona da cui sono dipendenti. Risultano essere quindi permissivi, facendo di tutto per “prendersi cura” dei loro partner nella speranza di non essere lasciati o di essere un giorno ricambiati.
I Dipendenti dalla Relazione:
Gli RA (Relationship Addicts), a differenza degli altri dipendenti affettivi, restano dentro una relazione nonostante non siano più innamorati dei loro partners ma sono incapaci di lasciarli andare, di rinunciare a essi. Solitamente sono così infelici che la loro relazione mina la loro salute, il loro spirito e benessere emotivo. Hanno il terrore di rimanere soli. Hanno paura del cambiamento. Non vogliono ferire o abbandonare i loro partners.
I Dipendenti Affettivi Narcisisti:
Gli NLA (Narcissistic Love Addicts) tendono a dominare l’altro, utilizzano la seduzione ed il trattenere l’altro per controllare i propri partners. Rispetto ai codipendenti, che sono disposti a tollerare un notevole disagio, i dipendenti narcisisti non accettano nulla che possa interferire con la loro felicità. Sono assorbiti da se stessi e la loro bassa autostima è mascherata dalla loro grandiosità. I Dipendenti Affettivi Narcisisti appaiono distaccati ed indifferenti più che sembrare ossessionati dalla relazione. Apparentemente non sembrano affatto essere dipendenti, finché il partner non cerca di lasciarli. Allora non saranno più distaccati ed indifferenti ma entreranno in uno stato di panico ed useranno qualsiasi mezzo a loro disposizione per protrarre la relazione, incluso l’uso di violenza.
CODIPENDENZA
Il concetto di codipendenza nasce nel campo della tossicodipendenza ed alcolismo. Si notava come molti partner degli alcolisti e tossicodipendenti tendevano sia a ripetere copioni passati (la presenza di un genitore con la stessa dipendenza del partner) che a mettere al centro della propria vita il benessere e la salvezza dell’altro.Varie sono le definizioni della codipendenza che ci sono succedute nel tempo, a seconda anche del settore in cui la si studiava (in particolare nelle dipendenze).
Si definisce codipendenza una condizione psicologica o una relazione in cui una persona è controllata o manipolata da un’altra che sia affetta da una condizione patologica (solitamente narcisismo o dipendenza da sostanze); e in termini più ampi, si riferisce alla dipendenza dai bisogni o dal controllo di un altro.
Alcune caratteristiche del codipendente sono:
• concentrano la loro vita sugli altri
• la loro vita dipende dagli altri
• cercano la felicità fuori da sé
• aiutano gli altri invece che se stessi
• desiderano la stima e l’amore degli altri
• controllano i comportamenti altrui
• cercano di cogliere gli altri in errore
• anticipano i bisogni altrui
• sono attratte dalle persone bisognose d’aiuto
• attribuiscono agli altri il proprio malessere
• si sentono responsabili del comportamento altrui
• sopportano sempre più comportamenti altrui che non avrebbero sopportato in precedenza
Quali Sintomi?
• sintomi d’ansia e depressione
• sensi di colpa per i comportamenti sbagliati dell’altro
• abuso di sostante o alimenti (in particolare dolci)
• paura ossessiva di perdere l’altro
La co-dipendenza, ha quindi in comune con le altre dipendenze affettive tendenza a rinunciare a tutti i propri bisogni e desideri, poiché non riconosciuti e negati . Ci sono molti punti in comune con le dipendenze affettive e relazionali. La differenza di fondo è che nelle dipendenze affettive non sempre c’è un partner problematico, nella codipendenza invece si. Riconoscere che questo modo di amare è un problema, è molto difficile perché la persona affettivamente dipendente conserva nella propria memoria dei modelli di amore che fanno ritenere determinati abusi e sacrifici di sé come “normali” in nome proprio dell’amore. Quasi sempre queste persone sono convinte che si possono cambiare le cose, anche quando risulta impossibile uscire da dei ruoli e dei copioni che si sono ultra consolidati.
Spesso, paradossalmente, è la “speranza” che fa sopravvivere il problema e che tende a cronicizzarlo: la speranza in un cambiamento impossibile, soprattutto in un contesto relazionale in cui si sono consolidati, e persino pietrificati, dei ruoli e dei copioni da cui è, più o meno, impossibile uscire. Così, paradossalmente, l’inizio del cambiamento arriva quando si raggiunge il fondo e si sperimenta la disperazione, che rappresenta la possibilità di sotterrare le illusioni che hanno nutrito a lungo il rapporto patologico.
Possiamo dunque concludere dicendo che il problema non consiste in un eccesso di amore, ne di essere troppo gentili o troppo premurosi. Il cuore del problema consiste nel non sapere come amare il nostro essere sofferente, carente di amor proprio. Il dipendente affettivo non sa chi sia, non ha avuto la possibilità di andare incontro a se stesso, di amare la persona che più lo merita.
Quale terapia?
Per poter affrontare il problema della dipendenza affettiva è importante intraprendere un percorso di ripresa del controllo sulla propria vita. Riconoscere il problema è già il primo passo verso un desiderio di cambiamento. Nel percorso terapeutico, si cerca di comprendere le origini di tali vulnerabilità e i modelli che che hanno portato a credere nella persona che l’unico legame d’amore consiste nel negare anzitutto l’amore di sé.
Dott. Monica Rupo
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