Che cos’è il disturbo ossessivo-compulsivo (doc)?
La categoria del disturbo ossessivo-compulsivo e dei disturbi correlati comprende: il disturbo ossessivo- compulsivo (DOC), il disturbo del dismorfismo corporeo, disturbo da accumulo, tricotillomania (disturbo da strappamento dei peli), disturbo da escoriazione (stuzzicamento della pelle), disturbo ossessivo-compulsivo e disturbi correlati indotto da sostanze/farmaci, disturbo ossessivo-compulsivo e disturbi correlati dovuti ad un’altra condizione medica e disturbo ossessivo-compulsivo e disturbi correlati con o senza altra specificazione.
Nel Disurbo ossessivo-compulsivo, la mente è invasa da pensieri persistenti e incontrollabili, e la persona è spinta irresistibilmente a ripetere di continuo certi azioni; ne conseguono un notevole disagio psicologico e una rilevante interferenza con le attività della vita quotidiana.
I disturbi ossessivi compulsivi sono quindi caratterizzati da pensieri ossessivi persistenti ossia le ossessioni e rituali rigidi ossia le compulsioni che possono essere intese come tentativi di ridurre una grave angoscia. Quando una persona non riesce a mettere in atto le compulsioni, può cadere vittima di un terrore diffuso. Possono essere presenti grandi preoccupazioni inconsce incluse quelle di una potenziale perdita del controllo riguardanti la contaminazione, l’aggressività e la vergogna. Spesso l’attività compulsiva tradisce i residui di un pensiero magico della prima infanzia, quando gli impulsi non sono ancora completamente differenziati dalle azioni. Le persone con tale disturbo possono essere considerate come persone che si sono riconosciuti inconsciamente colpevoli di pensieri criminosi cioè pensieri ostili ed egoisti che possono perseguitarli sotto forma di immagine o idee ossessive, ed hanno poi hanno cercato di espiare i loro sensi di colpa con rituali di pulizia e annullamento retroattivo. Nelle persone che hanno un disturbo ossessivo-compulsivo si possono trovare più frequentemente pensieri di tipo magico. Esempi di pensiero magico possono essere: contare, pronunciare certi particolari numeri, toccare un talismano o una determinata parte del corpo; o ancora con un controllo continuo, come il ritornare indietro sei o sette volte per verificare di avere eseguito un’azione puntualmente già compiuta (per es. controllare di aver spento luce e gas, o di aver chiuso i rubinetti; di avere serrato bene le finestre e di aver chiuso a chiave la porta). Molte persone con il disturbo ossessivo-compulsivo hanno delle convinzioni disfunzionali. Queste convinzioni possono includere un esagerato senso di responsabilità e la tendenza a sovrastimare la minaccia; tendenza al perfezionismo e intolleranza all’incertezza; vi è un’eccessiva attribuzione di importanza ai pensieri e al bisogno di controllarli. È un disturbo che può presentarsi sia nell’infanzia che nell’età adulta, anche se l’incidenza massima la si ha tra i 15 e i 25 anni. Colpisce circa il 2-2,5% della popolazione generale: significa che su 100 neonati, 2 o 3 svilupperanno nell’arco della propria vita il disturbo. In Italia, sono circa 800.000 le persone colpite da DOC. Tale disturbo generalmente insorge agli inizi dell’età adulta, spesso in seguito a qualche evento stressante, come una gravidanza, il parto, un conflitto familiare o difficoltà sul lavoro. L’esordio precoce è più comune fra gli uomini ed è associato a compulsioni di controllo ossia alla ripetizione di gesti e comportamenti che hanno la funzione di tenere costantemente sotto controllo l’ambiente circostante. Le femmine mostrano un tasso leggermente superiore rispetto i maschi in età adulta, tuttavia i maschi sviluppano più frequentemente il disturbo in età infantile. Nelle donne l’esordio del disturbo arriva più tardi e si associa a compulsioni di pulizia, come ad esempio lavarsi frequentemente le mani, fare molte docce durante la giornata o pulire in continuazione le casa. A volte il disturbo è preceduto da un episodio depressivo, altre volte è il disturbo stesso ad essere seguito da depressione. Il disturbo ossessivo-compulsivo può risultare associato ad altri disturbi d’ansia, in particolare a quello di panico e alle fobie, e a vari disturbi di personalità.
I sintomi del doc sono:
– la presenza di ossessioni e compulsioni o sole ossessioni, che occupano un tempo significativo della giornata (un ora o più al giorno) e interferiscono con le attività del quotidiano (lavoro, studio, vita di relazione, cura della casa o dell’igiene ecc.)
– il disturbo viene riconosciuto come tale solo se la presenza di ossessioni e compulsioni comporta una marcata sofferenza, compromette il normale funzionamento sociale e lavorativo del soggetto e se non è meglio giustificata da altri disturbi d’ansia o da malattie psichiatriche dovute a condizioni mediche generali.
– la ripetitività, la frequenza e la persistenza della attività ossessiva;
– la sensazione che tale attività sia imposta e compulsiva.
Le ossessioni possono essere di tale intensità e frequenza da interferire pesantemente con il normale funzionamento di una persona. Clinicamente, le ossessioni più frequenti riguardano le paure di contaminazione che esprimono qualche impulso sessuale o aggressivo, oppure le paure ipocondriache di disfunzioni fisiche. Una compulsione è quindi un comportamento ripetitivo o un’azione mentale che la persona si sente costretta ad eseguire per ridurre il disagio causato dai pensieri ossessivi o per scongiurare il verificarsi di una qualche calamità. Tale azione non ha alcun legame realistico con il suo scopo apparente, oppure è chiaramente eccessiva. Spesso la persona che soffre di questo disturbo continua a ripetere sempre la stessa azione perché teme che se mancasse di eseguirla ne deriverebbero conseguenze terribili. La frequenza con cui un’azione compulsiva viene ripetuta può essere elevatissima.
I più diffusi rituali sono dunque: rituali che comportano verifiche, rituali che comportano pulizia, pensieri ossessivi non accompagnati da compulsioni, lentezza ossessiva e rituali misti.
Le tematiche maggiormente coinvolte nelle persone con il disturbo ossessivo-compulsivo sono quelle legate al controllo, in quanto manifestano una grande preoccupazione per la possibilità di perdere tale controllo, soprattutto riguardo ai propri sentimenti di aggressività e di vergogna.
Può accadere che i sentimenti ostili provati dai conoscenti e percepiti da chi soffre del disturbo provochino depressione e ansia generalizzata, creando quindi le condizioni per un ulteriore deterioramento delle sue relazioni interpersonali.
Quale terapia?
Gli obiettivi terapeutici si indirizzano sull’indagine dei sintomi ma anche su fattori psicologici e situazionali (stress, lutti, separazioni) che possono avere scatenato angoscia. È importante indagare su eventi che possono avere dato al paziente la sensazione di avere perso il controllo e aiutare il paziente ad esprimere estati emotivi che riguardano la rabbia, il dolore, la delusione.