Dopo alcuni anni trascorsi in terra straniera, Almustafa (ovvero l’eletto di Dio), sente che è giunto il momento di fare ritorno all’isola nativa. In procinto di salpare egli affida al popolo della città di Orphalese un prezioso testamento spirituale: una serie di riposte intorno ai grandi temi della vita e della morte, dell’amore e della fede, del bene e del male. Pubblicato a New York nel 1923, “Il Profeta” viene subito accolto con grande favore di pubblico soprattutto presso i giovani, i quali vedono in Gibran un maestro di saggezza. A distanza di tanti anni l’interesse è rimasto immutato: silloge che abbraccia i problemi fondamentali dell’esistenza, il capolavoro del poeta libanese è anche libro di notevole fascino. Il clima sospeso e rarefatto, il ritmo incantatorio di una scrittura lirica di presa immediata, incisiva e visionaria, l’incontro tra due opposte culture, l’orientale e l’occidentale, sono la cifra di uno stile inconfondibile.

“Fate allora che ciascuna stagione racchiuda tutte le altre, e il presente abbracci il passato con il ricordo ed il futuro con l’attesa.”

“I vostri figli non sono i vostri figli. Sono i figli e le figlie della brama che la Vita ha di sé. Essi non provengono da voi, ma per tramite vostro, e benché stiano con voi non vi appartengono.”

“Datevi il cuore, ma l’uno non sia rifugio all’altro.
Poiché soltanto la mano della Vita può contenere i vostri cuori.
Ergetevi insieme, ma non troppo vicini:
Poiché il tempio ha colonne distanti,
e la quercia ed il cipresso non crescono l’una all’ombra dell’altro.”

“Amatevi vicendevolmente, ma il vostro amore non sia una prigione: lasciate piuttosto un mare ondoso tra le due sponde delle vostre anime. Riempitevi la coppa uno con l’altro, ma non bevete da una sola coppa. Scambiatevi a vicenda il vostro pane, ma non mangiate dallo stesso pane. Cantate insieme e danzate e siate allegri, ma che ciascuno sia solo.”

“Quando siete felici, se scruterete il vostro cuore, troverete che è ciò che vi ha fatto soffrire a darvi ora la gioia, e quando siete afflitti, guardate ancora nel cuore, e scoprirete che state piangendo solo per ciò che vi ha reso felici.

“Il vostro amico è il vostro bisogno saziato… Quando il vostro amico si confida con voi, non abbiate timore a dirgli “no”, e non esitate a dirgli “sì”…E che nella dolcezza dell’amicizia ci siano sempre risate, e piaceri condivisi. Perché nella rugiada delle piccole cose il cuore trova il suo mattino, e si ristora.”