Il tempo degli eventi è diverso dal nostro

Capita spesso di pensare di non  avere tempo sufficiente per fare tutte le cose che abbiamo in mente, e in modo concomitante si ha spesso la sensazione di essere sotto pressione, e stressati. In una società in cui l’attesa è azzerata e la richiesta è sempre urgenza, si crea la sensazione cronica di una mancanza di tempo che ci impedisce di guardare il futuro, perché bisogna correre dietro agli eventi invece che plasmarli.

Tempo atteso, tempo disatteso, tempo desiderato, tempo passato, tempo auspicato, tempo mai arrivato, tempo cercato, tempo rincorso, tempo perduto, tempo ben speso, tempo dimenticato… Le domande che ruotano intorno alla dimensione del tempo sono spesso argomento delle sedute psicoterapeutiche: ” Quante sedute devo fare per poter stare meglio?
Quanto tempo mi occorrerà prima di superare il lutto? Quanto tempo ci metterò ad accettare la mia separazione?
Tutti noi nella vita quotidiana ci ritroviamo a confrontarci con la dimensione del tempo, tutto si muove dentro questa dimensione impalpabile, invisibile, inarrestabile. Rimane tuttavia molto difficile spiegare il concetto di tempo; Sant’Agostino affermava: “Se nessuno me lo chiede, io so cos’è, se cerco di spiegarlo a chi me lo chiede non lo so”. Alcune ricerche confermano una percezione comune ossia che il modo in cui viviamo il tempo dipende dalla dimensione temporale soggettiva delle persone; vi è un tempo cronologico e un tempo psicologico. Per tempo cronologico si intende la parte oggettiva del tempo, quella scandita in secondi, minuti, ore, ecc., per tempo psicologico invece si intende la parte di percezione del tempo che dipende dalla struttura psicologica delle persone ossia come viene interpretato. Ci sono infatti momenti in cui sembra che il tempo si fermi, in altri il tempo passa velocemente; avvenimenti sgradevoli passano molto lentamente, mentre momenti felici scorrono in maniera molto veloce. La vita stessa scorre sempre più veloce mano mano che si invecchia. Ricordo ancora oggi con un po’ di tenerezza che l’arrivo dei fatidici 18 anni sembrava non arrivare mai, mentre dei 30 in poi è stato un un battito di ciglia. Marcel Proust diceva “Il tempo di cui disponiamo ogni giorno è elastico, le passioni che proviamo lo dilatano, quelle che ispiriamo lo restringono e l’abitudine lo colma”. In sintesi è l’esperienza soggettiva quella che conta, è il tempo scandito interiormente, a condizionarci la vita.
Il senso del tempo e un’attività della mente molto sofisticata, cui partecipano molte funzioni del cervello, sensazioni corporee, percezioni sensoriali, attività mnemonica, capacità di pianificare il futuro, emozioni, autocoscienza. Possiamo dire che ognuno di noi ha una sorta di codifica di come rappresenta il tempo e di come apprenda e organizza mentalmente il presente, il passato ed il futuro nello spazio intorno a Sé.

Scrivendo ho pensato a te Paolo, amato e stimato collega.
Per il tempo trascorso insieme, per il tempo speso nelle nostre
chiacchierate, per il tempo che ha sacrificato per me, per il tempo delle
speranze condivise ed in ultimo per il poco tempo che questa vita ti ha concesso.