Che cos’è la depressione?
La depressione è una alterazione del tono dell’umore verso forme di tristezza profonda con una riduzione dell’autostima e bisogno di autopunizione. Allo stesso tempo va evidenziato che la depressione non è solo una forma di estrema tristezza, ma un disturbo che influenza sia la mente che il corpo, includendo anche le funzioni cognitive, il comportamento, il sistema immunitario e il sistema nervoso periferico.
A differenza del sentimento della tristezza, il disturbo depressivo interferisce con il normale funzionamento relazionale, lavorativo/scolastico e sociale. La depressione è, quindi, qualcosa di ben preciso e connotato: si tratta di un disturbo del “tono dell’umore”.
Il tono dell’umore è una funzione psichica importante nell’adattamento al nostro mondo interno ed a quello esterno. Ha il carattere della flessibilità, vale a dire flette verso l’alto quando ci troviamo in situazioni positive e favorevoli, flette invece verso il basso quando ci troviamo in situazioni negative e spiacevoli.
La depressione viene suddivisa in endogena ossia che nasce “da dentro” (depressione maggiore) ed esogena o reattiva causata cioè da avvenimenti di vita esterni come ad esempio il lutto, un divorzio ecc.. La depressione viene considerata patologica solo quando la reazione a tali avvenimenti appare eccessiva. La depressione è un disturbo molto diffuso, si calcola che in Italia almeno 1,5 milioni di persone soffrono di depressione mentre il 10% della popolazione italiana, ossia circa 6 milioni di persone, hanno sofferto almeno una volta, nel corso della loro vita, di un episodio depressivo. Secondo le previsioni dell’Oganizzazione Mondiale della Sanità (OSM), nell’anno 2020 la depressione sarà la seconda causa di malattia, dopo le malattie cardiovascolari, in tutto il mondo, Italia compresa. La depressione può presentarsi a qualsiasi età in genere l’esordio avviene principalmente in età adulta. Le sindromi depressive colpiscono soprattutto la popolazione anziana (over 65) e il numero di anziani sofferenti di depressione è destinato a salire per il progressivo invecchiamento della popolazione. Per quanto riguarda la diffusione in rapporto al sesso, le donne, soprattutto nella fascia dí età compresa tra i 40 e i 50 anni, sono colpite in misura doppia rispetto agli uomini.
La depressione può essere associata a disturbi del sonno, alterazione della condotta alimentare, alterazioni della memoria, attenzione e apprendimento,alterazioni del pensiero con eventuali idee deliranti (delirio di colpa e di rovina) eventuali idee suicidarie con la possibilità di atti anticonservativi.
Si possono differenziare tre e grandi forme di depressione
– depressione somatogena: sono le forme in cui si può postulare un rapporto causale
diretto con una malattia organica o una disfunzione somatica. In questo
ambito si distinguono la depressione organiche dovute a malattie come
l’arteriosclerosi, i tumori cerebrali, le paralisi progressive, e le depressioni sintomatiche che si riferiscono ai quadri depressivi post-infettivi, post operatori, ecc…
– depressioni endogene: sono le forme classiche di depressione conosciute e
descritte fin dall’antichità sotto la denominazione di melanconia. La depressione
endogena prevede oscillazioni durante la giornata con risveglio precoce
nel primo mattino. Si possono manifestare, in casi di grave depressione idee deliranti avendo per oggetto
idee di rovina o idee ipocondriache che spesso
traggono spunto da sensazione di oppressione, di angustia della zona
toracica.
– depressioni psicogene: queste forme trovano una loro
spiegazioni in motivi psicologici riconoscibili e dimostrabili come ad esempio la depressione reattiva a un’esperienza vissuta come perdita,
come un lutto, la delusione amorosa, l’insuccesso
nell’affermazione sociale, la frustrazione delle proprie aspettative.
I sintomi tipici della depressione sono:
– disturbi somatici e neurovegetativi: essi comprendono insonnia che spesso annuncia l’inizio di una fase depressiva, inappetenza con dimagrimento rapido, la
diminuzione dell’interesse sessuale, fino alle disfunzioni epatobiliari,
che hanno ispirato l’etimologia della melanconia bile nera
– disturbi dell’affettività in cui prevalgono sentimenti di tristezza profonda, monotona, cupa. A ciò si aggiunge una progressiva perdita di interesse per la vita, spesso accompagnata da un senso di colpa vissuta non in vista di un’espiazione e di una salvezza ma come una fatalità ineluttabile e l’autoaccusa continua cui tende a sottoporsi il depresso spesso percorso da sentimenti di indegnità e di autodisprezzo. L’apatia che può provare la persona depressa si presenta come un appiattimento del tono affettivo; non sembra in grado di sperimentare alcun tipo di emozione o di sentimento che può arrivare da sollecitazioni interne o esterne. Può esserci inoltre labilità affettiva con cambiamenti repentini ed improvvisi nelle risposte emotive- affettive che non trovano una giustificazione negli accadimenti esterni
–abulia nel comportamento e inibizione del pensiero. Il pensiero sorge lento, monotono con perdita di iniziative di progettualità, sono difficoltose le associazioni, penose le rievocazioni ed è difficile la sintesi mentale. Anche il linguaggio non è più fluido, si può notare una scarsa varietà dei temi e dei contenuti delle idee, le risposte sono brevi, talora monosillabiche..
-senso di noia continuo, i pazienti non riescono a provare interesse per le normali attività, provano sentimenti di distacco e inadeguatezza nello svolgimento del lavoro abituale. Tutto appare irrisolvibile, insormontabile, quello che prima era semplice diventa difficile, tutto è grigio, non è possibile partecipare alla vita sociale, nulla riesce a stimolare il minimo interesse. Il paziente lamenta di non provare più affetto per i propri familiari, di sentirsi arido e vuoto, di non riuscire a piangere. In taluni casi al posto del rallentamento psicomotorio può presentarsi agitazione. Il rallentamento psicomotorio è da considerarsi il sintomo più frequente e si manifesta sia con una riduzione dei movimenti spontanei sia con un irrigidimento della mimica che può configurare un aspetto inespressivo.
– tendenza al suicidio e desiderio di morte possono accompagnare la vita del depresso in quanto a tutte le forme di sofferenza psichiatrica, la depressione senz’altro è la più esposta al desiderio di morte. Nei casi estremi di fronte alla minaccia di un avvenire
sempre più scuro, il depresso trascina nella sua morte anche i propri
familiari per fare scampare alla vita che egli ritiene impossibile da
proseguire.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito dei precisi criteri per fare diagnosi di depressione.
Secondo il DMS V, testo di riferimento dei criteri diagnostici per tutti gli psichiatri del mondo, si può fare diagnosi di depressione quando sono contemporaneamente presenti, da almeno due settimane, cinque (o più) dei seguenti sintomi:
– umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno, come riportato dal soggetto (per es. si sente triste o vuoto) o come osservato dagli altri (per es. appare lamentoso),
– marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno;
– significativa perdita di peso, senza essere a dieta, o aumento di peso (per es., un cambiamento superiore al 5% del peso corporeo in un mese), oppure diminuzione o aumento dell’appetito quasi ogni giorno;
– insonnia o ipersonnia quasi ogni giorno; – agitazione o rallentamento psicomotorio quasi ogni giorno (osservabile dagli altri, non semplicemente sentimenti soggettivi di essere irrequieto o rallentato);
– affaticabilità o mancanza d’energia quasi ogni giorno;
– sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi o inappropriati (che possono essere deliranti), quasi ogni giorno (non semplicemente autoaccusa o sentimenti di colpa per essere ammalato);
— ridotta capacità di pensare, di concentrarsi o indecisione, quasi ogni giorno (come impressione soggettiva o osservata dagli altri);
– pensieri ricorrenti di morte (non solo paura di morire), ricorrente ideazione suicidiaria senza un piano specifico, o un tentativo di suicidio, o l’ideazione di un piano specifico per commettere suicidio.
Quale terapia?
Nella psicoterapia psicodinamica della depressione l’obiettivo del terapeuta è di mantener il focus dell’intervento nella comprensione della sintomatologia depressiva con il fine di comprendere i meccanismi psicologici che la sottendono. È importante indagare insieme al paziente gli eventi stressanti, la percezione dei sentimenti che accompagnano l’insorgenza della depressione. Si esplora insieme al paziente quindi la dinamica della depressione sia nella vita attuale che in quella passata si analizza la eventuale vulnerabilità narcisitica (che riguarda una fragilità alla propria autostima o amor proprio) basata su esperienze di perdita, di sofferenza, di rifiuto o separazione. Ed ancora il sentimento di rabbia spesso reindirizzato verso se stesso, il senso di colpa dovuta alla rabbia provata e la vergogna che deriva dal senso di inadeguatezza o di danno subito in relazione alle esperienze descritte precedentemente intese come perdita, sofferenza ecc)