Imparare a lasciare andare  

                 

 

  “Lascia andare o sarai trascinato”.

Proverbio zen

Ci sono giorni, vissuti come interminabili, in cui ci si domanda quando si potrà riposare un po’. Si comincia dal mattino, e e si è genitori, si portano i bambini a scuola, poi si entra al lavoro, o si fa la spesa, si fanno le pulizie, si fanno inoltre mille incombenze spesso burocratiche: bollette, prenotazioni, visite, incontri con i professori, ecc… Poi ci si organizza per riprendere i figli a scuola ed accompagnarli, a volte in posti diversi, in attività sportive, al catechismo e poi ancora andarli a riprendere. Ovviamente con un pensiero alla cena da preparare, tra una lavatrice (immancabile per chi ha figli che riportano borsoni con accappatoi o vestiari appena usati e mal odoranti) e il seguire i figli sui compiti per il giorno dopo. Il tutto dentro un equilibrismo degno di un funambolo: non ci si può distrarre, si corre il rischio di tralasciare appuntamenti o questioni importanti. La vita è frenetica e le cose da fare sono tantissime, non vi è dubbio, ma molte persone tendono a sovraccaricarsi poiché hanno il bisogno di controllare tutto, con modalità  ossessive, che tendono al perfezionismo, dove tutto deve essere fatto secondo tempi e modi precisi. Parliamo quindi nello specifico di ipercontrollo, o mania di controllo, che riguarda molte persone, anche se spesso, sono più le donne a soffrirne. Cercare di tenere tutto sotto controllo, preparandosi mentalmente ad ogni evenienza e prendersi tante responsabilità, anche altrui, costantemente sulle spalle è sfinente, estenuante e rischia di portare a stress molto elevati se non si riesce a mettere dei limiti. Ci si può ritrovare ad avvertire quindi una costante frustrazione e stress, una incapacità a rilassarsi, ad occuparsi di se stessi/e; aumenta inoltre la possibilità di avere problemi relazionali, sia di tipo amicale ( si riducono i momenti di socialità, per “mancanza di tempo”) sia familiare poiché aumentano le tensioni e i conflitti a causa dello stress che si accumula. 

Si entra in una specie di cane che si morde la coda: da una parte ci li lamenta di non riuscire ad occuparsi di tutto, dall’altra  pur potendo non si riesce a delegare, dato che la tendenza  al perfezionismo porta poi a non essere soddisfatti del modo in cui l’altro si occupa delle incombenze richieste. Ma cosa capita quando arriva un imprevisto, o per qualche motivo non ci può occupare di tutto come si desidera? L’ansia cresce, a volte diventando vero e proprio panico, schiacciate dai sensi di colpa e dal senso di inadeguatezza cronica. Le persone che tendono ad avere tutto sotto controllo sembrano avere delle difficoltà nel gestire le situazioni di stress, hanno un eccessivo senso di responsabilità e del dovere, una enorme paura di sbagliare, una tendenza come già detto al perfezionismo, a non considerarsi abbastanza bravi, un marcato bisogno di sicurezza e poca fiducia negli altri.

Primo passo è diventare consapevoli di questi meccanismi interni, imparando a delegare, non giudicando in maniera troppo severa le “imperfezioni” di chi svolge il compito che gli abbiamo assegnato. In questo modo si aumenterà la responsabilizzazione di chi ci sta attorno che inconsapevolmente o meno ha lasciato che tante responsabilità fossero gestite da chi si occupa delle varie mansioni (spesso per paura/stanchezza delle critiche). Accettare quindi l’errore, lo sbaglio, a volte l’approssimazione per chi è un perfezionista è dunque difficile e poiché ha standard elevati soprattutto con se stesso, richiede lo stesso standard a chi sta intorno con il rischio di essere spesso frustato facendo suo il detto: “Chi fa da sé fa per tre”. Ma alla lunga il peso si fa sentire, prendendo spunto da un proverbio zen potremmo riassumere così: “La conoscenza è imparare qualcosa ogni giorno. La saggezza è lasciare andare qualcosa ogni giorno.”