Gli effetti secondari dei sogni
di Delphine de Vigan (2007)

Lou Bertignac ha dodici anni: la sua famiglia, dalla depressione della madre, vive in un silenzio opprimente, mentre a scuola le sue grandi capacità l’hanno portata in una classe avanzata, piena di studenti più grandi che non hanno nulla a che spartire con lei. Nolwen, diciannovenne, ha un passato che non può essere raccontato, e vive ora alla stazione di Austerlitz, evitando il contatto con chiunque. Due ragazze totalmente sole, completamente diverse ma destinate, in qualche modo, a riconoscersi fra la folla parigina. Un’amicizia che nascerà lentamente ma che arriverà a cambiare il mondo delle due protagoniste. La vicenda, drammatica, di due vite destinate a intrecciarsi e, se non a salvarsi, almeno a trovare nuove speranze.

“Sono anni chi mia madre non esce di casa il mio padre piangi di nascosto in bagno.”

Mia madre si è ammalata. L’abbiamo vista allontanarsi poco a poco, senza poterla trattenere, abbiamo teso la mano senza poterla toccare, abbiamo gridato senza che ci sentisse. Non parlava più, non si alzava  più, restava tutto giorno a letto oppure sonnecchiava davanti al televisore della grande poltrona del salotto. Ogni tanto mi accarezza i capelli del viso, lo sguardo nel vuoto, qualche volta mi stringeva la mano, così, senza ragione, qualche volta mi baciava sugli occhi.”

“il nostro silenzio impregnato di tutta l’impotenza del mondo, il nostro silenzio e come un ritorno all’origine delle cose, alla loro verità.”

“Ecco come cose possono cambiare, e l’ infinitamente piccolo diventa grande.”

“So che a volte è meglio rimanere così, nel proprio guscio, chiesi in se stessi. Perché basta uno sguardo per vacillare, basta che qualcuno tende la mano perché immediatamente si avverta quanto si è  fragili  e vulnerabili, perché tutto crolli come una piramide di fiammiferi.”

“Certi segreti sono come i fossili e la pietra è diventata troppo pesante da ribaltare. Tutto qua.”

“L’insonnia e il volto oscuro dell’immaginazione. Conosco queste ore nere e segrete. Al mattino ti svegli intorpidita, gli scenari catastrofici sono diventati stravaganti, la giornata ne cancellerà il  ricordo, ti alzi, ti lavi e ti dici che te la caverai. Qualche volta, però, la notte mette le carte in tavola, qualche volta la notte rivela la sola verità: il tempo passa e le cose non saranno più come prima.”

“Ma mia madre resta in piedi, sulla porta del salotto, le braccia lungo il corpo. Allora penso che anche lì c’è violenza, in quel gesto impossibile che va da lei verso di me, quel gesto sospeso per sempre.”